In Italia procedono le sperimentazioni del Mise su banda 700 in cinque città (Matera, Bari, Milano, Prato, L’Aquila) e il ministero, da giugno, sta valutando diversi progetti pre-commerciali in queste aree. Nel 2018 dovrebbero succedere due cose: l’Italia presenterà la roadmap per liberare queste frequenze e farà l’asta per i 3.5 GHz. Parte di queste frequenze è in mano agli operatori del fixed wireless fino al 2022 (Eolo, Tiscali, Linkem…); idem per quelle a 26 GHz, dove ingenti risorse spettrali (3 GHz) possono essere usate per il 5G.
Il tutto mentre in questi giorni gli altri Paesi corrono: Belgio, Francia, Lussemburgo, Svizzera, Germania e Olanda hanno fatto un accordo multilaterale con le regole per sviluppare i servizi mobili transfrontalieri in banda 700 Mhz e banda L (1427-1518 Mhz). Questi Paesi paesi hanno concluso il coordinamento transfrontaliero delle frequenze, mentre l’Italia lo dovrebbe concludere entro l’anno. Di giorni fa è anche l’annuncio che nel Regno Unito le frequenze disponibili già permettono di toccare 1 Gbps su reti 4G.