Nella sfida contro il Coronavirus, nelle ultime 48 ore, la Basilicata sta giocando la partita con risultato zero contagi (censiti). Come in lucania, una fase decrescente, a giorni alterni a partire dal 13 aprile 2020 era già stata registrata anche in altre regioni del sud tra cui Molise,  Umbria e Sardegna. Un dato certamente confortante anche se raggiunto in qualche occasione, o anche per poche ore, ma resta l’obiettivo finale dei 0 positivi. Per l’imminente fase 2, pronta a partire dal 4 maggio prossimo, con la riapertura di alcune attività, quanto accaduto in regioni come la Basilicata, può costituire una valida guida utile ad orientare con maggior garanzia la task force centrale guidata da Vittorio Colao. La ripartenza però se per alcune attività è prossima, per altre è posticipata a fine maggio e per altre ancora addirittura a giugno. Nonostante la tanta comprensione dettata anche dalla paura dell’infezione, ora crescono a dismisura  i malumori. I settori maggiormente in fermento, forse perché già abbastanza colpiti dallo stop, sono quello delle attività di bar e ristorazione. A quest’ultimi non soddisfa l’idea della somministrazione degli alimenti solo da asporto. Preoccupati sono poi anche coloro che operano nel settore turistico e in particolare quello balneare perché oltre al poco tempo a disposizione nel far ripartire le strutture, non hanno ancora ricevuto indicazioni precise per  come si deve ripartire e sopratutto poi la preoccupazione si concentra su quanti turisti risponderanno all’offerta. Ci sono infine le attività impegnate nel settore della cura e bellezza della persona, quindi barbieri, parrucchieri ed estetiste per i quali riaprire il primo giugno appare sempre più un pericolo economico. Tutto ciò però (date stabilite per la riapertura delle attività) potrebbe modificarsi e il premier Conte lo ha annunciato,  nel caso in cui la curva dei contagi si avvicinasse sempre più verso lo 0  in gran parte dell’Italia. Altro approccio percorribile potrebbe anche essere, fermo restando la cabina di regia della task force centrale, una piccola autonomia regionale garantita sempre dal monitor della curva decrescente dei contagi. In tutti i casi l’approccio al quotidiano, per il  cittadino è destinato a modifiche e impegna ciascun  ad osservare norme di sicurezza ed igiene così come stabilito dal Dpcm. In buona sostanza, oggi dopo due mesi di “forzato stop”  l’italiano come l’europeo o il residente in altri continenti è abbondantemente consapevole del fatto che, fino a quando il mondo scientifico non gli avrà garantito il vaccino, deve convivere con il  “malefico virus” e per farlo deve utilizzare gli strumenti idonei a controllarlo e non farsi attaccare.  La Basilicata se confermerà il livello dei contagi 0  intanto avrà le carte in regola per partire dalla prima fila ma potrà essere anche di esempio ad altre regioni per una serena ripartenza.