Si riparte o meglio così si spera. E’ il mondo scientifico e gli studiosi di epidemiologia, supportati da strumenti tecnico-scientifici e dalla cosiddetta curva di contagi che registra una decrescita quotidiana ad indirizzare la cabina di regia messa in atto dal Governo centrale, verso una cauta ma graduale ripresa. E così, la cosiddetta fase 2 in partenza dal 4 maggio prossimo, stando ai dati, ci anticipa che a mobilitarsi saranno tra i 2,7 e i 2,8 milioni di italiani.  In  queste ore il governo, è infatti impegnato in videoconferenza con la task force guidata da Vittorio Colao. Sono lavoratori che si aggiungono a quelli che stanno lavorando durante il lockdown nelle fliere e nelle attività considerate essenziali per affrontare l’emergenza. Il manager ha presentato al presidente del Consiglio un documento (cinque pagine corredato di slide) che mette in evidenza i requisiti necessari alla ripartenza del Paese. Tra i primi, la necessità immediata di un protocollo per i mezzi pubblici, considerato che il 15% dei lavoratori di manifattura e costruzioni li usano per andare al lavoro.
C’è poi la necessità di aggiornare il protocollo di sicurezza firmato con i sindacati il 14 marzo. E c’è sopratutto la necessità di avere a disposizione i dispositivi di protezione individuale, che in questo momento valgono ben più di una app.  Il commissario Domenico Arcuri ha comunicato che attualmente vengono consegnate 4 milioni di mascherine al giorno. Ne servono però 7 milioni. Tante le necessita alle quali occorre ottemperare per una ripartenza in sicurezza. Il lavoro del Governo procede ma occorrerà attendere ancora alcune ore se non qualche altro giorno per aver pronto il vademecum della ripartenza.