Matera è sempre più all’attenzione dei media nazionali per raccontare le sue meraviglie. Questa volta è toccato a Repubblica.it, descrivere e consigliare la Matera del gusto e del tempo libero.
Di seguito l’articolo curato dalla collega Sara Stefanini:
Matera, oltre alla cultura il gusto: un itinerario tra cocktail bar e trattorie, dal pane alla Malvasia.
Un itinerario di due giorni nella “piccola Cappadocia”, che sarà Capitale europea della cultura 2019. Con l’aiuto di una mappa interattiva Seguici anche su Facebook.
Vagabondate tra i vicoli scavati, addentratevi nelle viscere della città, perdetevi tra le bianche rocce, ma ricordate di scattare una foto dal belvedere al tramonto. Momento romantico e suggestivo in cui il rosso e il rosa del cielo fanno contrasto con il bianco dei sassi e timide si accendono le luci gialle della città, per poi racchiudersi in un abbraccio di stelle. Questa è Matera, da visitare in un weekend.
Dopo Aleppo in Siria e Gerico in Cisgiordania, Matera è una delle città più antiche del mondo e nel 2019 sarà la Capitale europea della cultura. Scavata nella roccia calcarenitica, la piccola Cappadocia è diventata Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel lontano 1993. La città dei Sassi, set del film The Passion di Mel Gibson, è divisa in due quartieri: il Sasso Barisano e il Sasso Caveoso. Il primo è il più esteso, mentre il secondo è il più antico. Sullo sperone che divide i due si erge la civita, il nucleo più antico dell’abitato, racchiuso tra le mura fino al XVI secolo. Ma ad affascinare è anche il Parco della Murgia Materana con le sue oltre 150 chiese rupestri e insediamenti neolitici.
E poi si sa, questa terra regala molto in termini di cibo e sapori. Dal famoso Amaro Lucano, nato nel retrobottega del biscottificio di Pisticci nel 1894, al pane di Matera croccante fuori e morbido dentro. Il pane è sempre stato fondamentale per gli abitanti del luogo sin dai tempi antichi. La tradizione narra che, agli inizi del Novecento, le donne portassero l’impasto in cottura nei forni pubblici e per riconoscerlo lo marchiavano con timbri di legno. I piatti tipici della cucina materana racchiudono tutto l’animo rupestre dai sapori genuini e sinceri: ad esempio, la ciallédd è composto da pane duro condito con patate, cipolla, erbette, uova e persino fiori, che col passare del tempo sono stati sostituiti dalle rape. Oppure la crapiata è a base di legumi come grano, farro, lenticchie, ceci, fagioli, fave, patate, piselli e si prepara il primo agosto per festeggiare l’ultima giornata di raccolto in condivisione con i vicini di casa. Tra i vini della collina materana segnaliamo l’Aglianico del Volture come rosso e la Malvasia bianca di Basilicata come bianco.
Ma dove mangiare durante un weekend di relax in queste terre? Partendo dalla colazione, la pasticceria Schiuma è una delle più antiche della città. A pranzo, la Latteria è a un passo da Palazzo Lanfranchi e offre tipica cucina lucana, in particolare i formaggi come il provolone stagionato in grotta o la stracciatella con le fragole. Questo locale non ha la vista sui sassi, ma se invece volete mangiare in un posto più suggestivo il suggerimento è di prenotare un tavolo al ristorante La Gatta Buia, che fino al 1870 era un carcere. Qui si possono mangiare paccheri con baccalà o maltagliati con ragù d’agnello, accompagnati da un buon calice di vino.
Dopo essersi fatti un tuffo nella piscina scavata nella roccia nella Locanda di San Martino è l’ora dell’aperitivo. Per un tagliere da leccarsi i baffi andate in via San Francesco nella bottega che vende prodotti enogastronomici locali: L’antica credenza. Accanto alla Locanda, quindi nel cuore del Sasso Barisano, c’è l’Osteria al Casale, un ristorante chic ma dai prezzi contenuti e dagli ingredienti di qualità. Continua il vostro percorso tortuoso salendo gradini e vi imbattete in Pane e pace, che da oltre un secolo lavora col forno a legna. Qui potrete acquistare prodotti locali o assaggiarli per spezzare la fame.
E per cena se avete voglia di baccalà mantecato con petali di patate o di costolette di agnello con mele e cicorielle andate al Baccanti che non ha solo una corte esterna, ma anche delle sale interne scavate nella roccia veramente molto suggestive. Sempre immerso nei sassi, l’alternativa è Dedalo, locale dal tocco minimal ed elegante, per una cena dal menu ricercato dove i sapori lucani si fondono con gli aromi dell’oriente. Più rustico e genuino è il Nadì, un po’ nascosto e meno battuto dal turismo di massa. Infine per il dopo cena la nuovissima Enoteca dai Tosi, progetto del 2017 firmato dallo studio belga Architecten De Vylder Vinck Taillieu. Spicca per il forte contrasto tra il bianco del tufo e il verde delle lampade in vetro soffiato veneto che ricordano le antiche bottiglie. Di Matera in realtà c’è poco, oltre ai prodotti locali ovviamente, perché anche “tosi” significa “ragazzi” ed è un chiaro richiamo alle origini venete del promotore Gian Paolo Buziol. È una enoteca disposta su tre livelli con oltre 400 referenze di vini con dei taglieri veramente molto gustosi.
E per finire una serata c’è l’Area 8: un locale poliedrico che offre molti spazi anche esterni per bere un drink in compagnia, ascoltare concerti live o vedere qualche proiezione nella sala-auditorium. Tutto è aperto e mobile – anche le scrivanie degli uffici, su ruote – tutto è interattivo, insomma un posto davvero cool e retrò-chic.