Il dottor Pietro Argentino è il nuovo procuratore capo di Matera. Lo ha deciso il plenum del Consiglio Superiore della Magistratura, votando sulla proposta formulata dalla commissione incarichi direttivi dell’organo di autogoverno della magistratura che aveva indicato per tale nomina il magistrato originario di Torricella, procuratore aggiunto a Taranto dal 2009. Argentino ha ottenuto 11 voti, superando la concorrenza degli due candidati Elisa Pugliese (Dna) e Lorenzo Lerario (Procura generale Taranto).

Con Argentino nominato procuratore capo, a copertura di un posto vacante da ormai oltre un anno e otto mesi, la città lucana può contare su un magistrato di alto livello, con al passato inchieste e processi di assoluto spessore.
Magistrato dal 13 maggio del 1980, Argentino fino al 1987 ha prestato servizio al tribunale di Lecce, con funzioni di giudice civile e penale. Nel 1987 fu trasferito alla pretura di Taranto, ove si è occupato della sezione civile prima e poi di quella penale. Con l’entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale, ha svolto prima le funzioni di gip presso la pretura circondariale e dopo contemporaneamente le funzioni di pretore penale e di pretore presso le sedi distaccate di Manduria e San Giorgio Jonico.

Nel gennaio del 1994 è stato trasferito alla Procura di Taranto della quale è diventato procuratore aggiunto l’8 maggio del 2009. Dal 1992 svolge le funzioni di presidente di sezione della commissione tributaria provinciale. Nel corso del suo lavoro alla Procura di Taranto ha svolto importanti e delicate inchieste contro la criminalità organizzata in stretta collaborazione con la Direzione Antimafia di Lecce, tanto da essere per lungo tempo destinatario di misure di tutela deliberate dal comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Recentemente Argentino si è occupato della indagini sul delitto di Sarah Scazzi, la 15enne scomparsa ad Avetrana, e dell’inchiesta «Ambiente svenduto» sulle emissioni dell’Ilva.