E’ coincisa con il 3 luglio la conclusione della 628 esima edizione della Festa della Bruna. Il manufatto in cartapesta per la prima volta guidato dall’auriga, Dino Chiefa è giunto intatto  in piazza Vittorio Veneto scortato da volontari, da alcune centinaia di uomini delle forze dell’ordine e dai cavalieri. La distruzione dell’opera d’arte  realizzata dal materano  Andrea Sansone coadiuvato da un   team di esperti cartapestai  è stata consegnata alla città per l’assalto finale per aggiudicarsi un cimelio, simbolo di devozione e di buon auspicio. Nell’attimo successivo in cui il carro ha varcato l’accesso alla piazza Vittorio Veneto sono stati fatti volare i palloncini, nascosti all’interno, quindi lo “strazzo”  da parte degli assaltatori accompagnato fino alla completa distruzione da un caloroso applauso degli spettatori. Tutto dunque pare aver funzionato in termini di ordine e sicurezza visto che tra la gente e gli assaltatori nessun ferito. La sorpresa per i materani arriva però ai i fuochi pirotecnici. Questa volta è il vento a bloccarli a pochi minuti dall’inizio e l’appuntamento è solo rinviato.

Una festa quella in Onore di Maria Santissima della Bruna, protettrice della città di Matera, che iniziava alle prime luci dell’alba del 2 luglio con la Santa Messa nella piazza antistante la chiesa di San Francesco d’Assisi e la successiva processione della Confraternita dei Pastori nei Sassi  e per alcune strade e rioni del piano della città di Matera.

Più di 25000 mila le presenze, tra turisti e materani  al seguito della festa sin dalle prime ore nel  giorno più lungo, quello in onore della Madonna della Bruna. La festa dopo la processione dei pastori culminata con la celebrazione della messa presso la chiesa di San Francesco da Paola proseguiva  a  Palazzo Lanfranchi per la vestizione del Generale dei Cavalieri Angelo Raffaele Tataranni e a seguire la Cavalcata pronta a scortare lo stesso Generale in carrozza assieme al suo presidente e al presidente del comitato della festa Mimì Andrisani, si dirigeva verso  Piazza Vittorio Veneto, dove il generale dopo una piccola cerimonia assumeva il Comando della stessa. E così a seguire la celebrazione della Santa Messa nella Cattedrale di Matera, una funzione religiosa affidata all’Arcivescovo Don Pino Caiazzo, insieme a parte clero della diocesi di Matera Irsina.

Al termine della Santa Messa autorità civili e religiose raggiungevano la chiesa di San Giuseppe della via Riscatto per prendere in consegna la statua della Madonna della Bruna, quindi la processione con la Sacra Immagine verso la Parrocchia Maria Santissima Annunziata nel quartiere Piccianello, dove si concludeva la prima parte dei festeggiamenti in onore della patrona di Matera.

Nel  pomeriggio  dopo la Santa Messa nel quartiere Piccianello, la statua della Madonna della Bruna veniva trasferita nella fabbrica del Carro per prendere posto sul trono del carro trionfale, quindi  il trasferimento dello stesso in piazza Marconi per attaccare gli otto muli spagnoli affidati alle cure dell’auriga Dino Chiefa, l’arrivo dei i Cavalieri, Monsignor Pino Caiazzo impartiva la benedizione davanti al clero e il Carro trionfale si avviava verso la Cattedrale attraversando via Annunziatella, via XX Settembre, piazza Vittorio Veneto.

La processione religiosa si concludeva con i tradizionali tre giri (per il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo) e il trasferimento della Madonna della Bruna in Cattedrale mentre Andrea Sansone provvedeva prima a smontare la corona in cartapesta per affidarla ad una vendita all’asta all’Associazione Italiana  per la Lotta alle Leucemie e poi a sfilare l’angelo in volo che spetta all’auriga. Il Carro della Bruna concludeva quindi la sua corsa verso piazza Vittorio Veneto per lo “strazzo”del manufatto.