Come si fa a studiare per sentire la voce dei poeti sulla propria pelle? Difficile a dirsi, eppure è quello che succede al liceo classico di Matera, dove il professore Saverio Ciccimarra si anima tra i ragazzi per fermare l’amore per la conoscenza e l’approfondimento dei fatti storici. Per fermare il tempo attraverso la poesia. E così, Ciccimarra inventa e crea un filo di corrispondenza direttamente con i figli dei poeti che hanno caratterizzato il Novecento italiano, chiamandoli al telefono per verseggiare insieme ai suoi alunni. E’ il caso di Alessandro Quasimodo, figlio del poeta Salvatore, che dopo aver salutato gli studenti ha introdotto la poesia “Alle fronde dei salici” pubblicata dal padre nel 1946.

“Una poesia molto studiata – racconta Alessandro Quasimodo -. Nasce dal salmo 137 della Bibbia, in cui si parla della schiavitù del popolo ebraico in Babilonia. Erano tenuti quasi come schiavi e così accadde che i poeti per protesta a questa chiusura appesero gli strumenti con cui si accompagnavano. Allora, come fanno con la chitarra i cantautori dei nostri tempi, ci si accompagnava agli strumenti, ma si usavano strumenti diversi e così le lire appese alle fronde dei salici esprimevano la chiusura nel silenzio dei poeti che non potevano più cantare per le tragedie che vivevano. C’è un famoso coro del Nabucco di Giuseppe Verdi in cui c’è la stessa ispirazione che ha avuto Quasimodo nella poesia “Alle fronde dei salici”. Quando non ci sono parole per poter esprimere la propria sofferenza a causa della tragedia di una guerra, di un’oppressione, di una schiavitù ci si chiude in se stessi. Ed ecco che il poeta si domanda “Ma come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore?”. Allora Milano, e tutta l’Italia, era oppressa dal dominio della Germania nazista: l’emarginazione, lo sterminio, i campi di concentramento iniziano proprio in quegli anni – continua Alessandro Quasimodo – e la gente moriva per il triste evento”. Da professore sedicente, come lui stesso si è definito, Alessandro legge la poesia del padre con voce ferma e poi ne spiega i versi ai ragazzi che, ammutoliti, ascoltano la bellezza delle sue parole.

Durante la singolare lezione sul componimento di Quasimodo, il prof. Ciccimarra ha creato un filo diretto con il passato attraverso le parole di Alessandro Quasimodo, mostrando ai suoi alunni quello che non dimenticheranno mai più, considerando anche che è proprio con la poesia “Alle fronde dei salici”, che si riscoprono quei valori di solidarietà collettiva (contrariamente all’Individualismo Ermetico) sui quali si è portati a riflettere oggi più che mai.